In occasione del Giorno della Memoria, che commemora le vittime dell’Olocausto, cogliamo l’occasione per ricordare la storia del sacerdote augustano Don Paolo Liggeri.
Ordinato nel 1935, nel settembre del ’43 a Milano aveva organizzato, a seguito dei bombardamenti che avevano colpito Milano, don un centro di assistenza sociale chiamato “La casa”. Simbolo dell’iniziativa: due colombi che cercano rifugio a ridosso, appunto, di una casa
Oltre ad assistere coloro che avevano perso la propria abitazione, Don Paolo diede ospitalità offerta ai perseguitati politici e razziali e, in collegamento con Radio Vaticana, la registrazione e l’inoltro di messaggi ai familiari di militari prigionieri o dispersi.
Il 24 marzo don Liggeri finì nelle mani dei fascisti e, dopo una sosta nel carcere di San Vittore, andò al campo di Fossoli, al campo di Bolzano, al lager di Mauthausen, di Gusen, di nuovo a Mauthausen e, infine, al lager di Dachau.
Liberato dalle truppe americane il 29 aprile 1945, il sacerdote tornò in Italia e riprese la sua opera a “La casa”. Al tempo stesso pensa alla creazione di quello che, nel 1948, diventerà il primo Consultorio familiare prematrimoniale e matrimoniale costituito in Italia. Il Consultorio, nel 1977, sarà accreditato dalla Regione Lombardia per ottenere, nel 2001, l’autorizzazione ad operare sul territorio dell’ASL Città di Milano.
Nel 1970, su incarico del prefetto di Milano, don Liggeri divenne presidente dell’Opera Cardinal Ferrari, presidenza che il sacerdote avrebbe mantenuto sino alla morte. Appena rientrato dai Lager della Germania, don Liggeri scrisse un libro sulla sua esperienza di deportato: Triangolo rosso. Dalle carceri di San Vittore ai campi di concentramento e di eliminazione di Fossoli, Bolzano, Mauthausen, Gusen, Dachau. Marzo 1944 – maggio 1945, pubblicato dall’Istituto “La casa” in diverse edizioni. Nel 1998, per le Edizioni Paoline, Giuliana Pelucchi ha pubblicato su don Paolo Liggeri il libro Un prete per la famiglia.