Da alcuni giorni gira su Facebook un link secondo cui ad Augusta ci sarebbe “il corpo di un neonato trovato in un contenitore per abiti usati” e che una donna sarebbe ricercata dalla Polizia.
A una prima occhiata potrebbe sembrare un articolo vero. Si tratta, invece, di una notizia inventata (il fatto di cronaca sarebbe avvenuto a Milano del 2023), creata e diffusa al solo scopo di acchiappare clic e rubare i dati dei malcapitati utenti.
Aprendo il post – che riporta il font falsificato dell’agenzia di stampa Ansa, un testo scritto con dovizia di punti esclamativi – viene raccontata la drammatica scoperta e invita a guardare il video dove sarebbe immortalata la madre degenere.
Per accedere al video, però, è richiesto di inserire il proprio account di Facebook e la propria password. A quel punto, se si indulge nella curiosità, i propri dati vengono carpiti dai truffatori.
Invitiamo gli utenti a evitare di cadere in simili trappole con pochi accorgimenti: controllare la fonte del post, se proviene da una testata online, oltre a notare il metodo di scrittura sensazionalistico come, ad esempio, l’uso dei punti esclamativi.
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