Il Muscatello è l’ospedale di riferimento della zona industriale e deve riavere pertanto, i suoi reparti che sono stati dismessi per ospitare i centri Covid e va potenziato. Lo chiedono: il Comitato Stop Veleni – Augusta Priolo Melilli Siracusa, l’associazione a Tds l’Ona Sicilia e dal Mdc, i quali rappresentanti, stamattina, hanno presidiato per una pacifica protesta il cancello dell’ospedale e che insieme con i presidenti del Comitato Ambientale Melilli e dell’associazione Amo Melilli hanno stilato un documento indirizzato alle istituzioni per sollecitare il ripristino di Chirurgia e Medicina e non solo.
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“Questa è una protesta pacifica, ma a giugno non so se saremo così pacifici. Dieci medici e sedici infermieri in servizio nel Covid center che non ha più ricoverati da diversi giorni e che va smantellato per lasciare posto ai reparti dismessi e a quelli previsti per il nostro ospedale. Il Coronavirus è un’emergenza, ma ha cancellato altre emergenze che affiggono il territorio sede di un polo petrolchimico, di un carcere, della Marina militare e di un Arsenale, area a rischio industriale e sismico. Considerato ciò è, dunque, un finto problema che ha cancellato il vero problema” ha detto Maria Carmela Giannone, presidente dell’Associazione a Tutela della salute e del presidio ospedaliero Muscatello.
“Noi abbiamo bisogno di un centro oncologico di eccellenza – ha aggiunto Cinzia Di Modica, portavoce del comitato Stop Veleni. Calogero Vicario, coordinatore regionale dell’Ona, presente insieme con Calogero Frisenda, rappresentante dell’Osservatorio nazionale amianto Sicilia, ha ricordato l’inaugurazione in pompa magna, lo scorso novembre, del Centro di riferimento regionale per la prevenzione, diagnosi e cura delle patologie derivanti dall’esposizione all’amianto e che è inattivo perché privato degli pneumologi destinati al centro Covid. Il presidente del Movimento Difesa del Cittadino, Giuseppe Scarpato ha invitato gli augustani alla mobilitazione nel caso in cui le richieste dovessero restare lettera morta. “Augustani – ha sottolineato – che spesso non comprendo, perché non difendono i loro diritti facendo sentire forte la propria voce”.
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Il Comitato Stop Veleni – Augusta Priolo Melilli Siracusa, l’Associazione a Tutela della Salute e del presidio ospedaliero Muscatello, l’Ona Sicilia e dal Movimento Difesa del Cittadino, il Comitato Ambientale Melilli e l’associazione Amo Melilli hanno inviato un documento ai sindaci di Augusta, Siracusa, Melilli, Priolo, Solarino, Floridia, all’Asp di Siracusa, all’assessorato regionale alla Salute e al presidente della Regione. Documento in cui viene sottolineato, appunto che il Muscatello ricade in un’area dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale (Aerca) e riconosciuta Sin, (Sito di interesse nazionale per la bonifica. “L’ospedale di Augusta – si legge nel documento – costituisce la struttura di riferimento per gli abitanti della zona prospiciente il più esteso Polo Industriale italiano: Sasol, Syndial, Erg, Versalis, Sol, Buzzi Unicem, Priolo Servizi, Enel Archimede, Lukoil, Sonatrach. sono solo alcune delle principali realtà produttive della zona, senza contare il copioso indotto, una fitta rete di società di servizi che vi opera attorno.
Il territorio augustano inoltre ospita uno dei porti commerciali a più elevato transito di mezzi del sud Italiana una miriade di depositi costieri, impianti di trattamento di metalli, officine di verniciatura, la Marina militare Italiana e molte discariche. Di tutta evidenza l’impatto ambientale che produce l’intero comparto produttivo sopra elencato e la paura ingenerata in seno ai residenti di un allerta epidemiologica e di incidente rilevante”. I firmatari del documento, dicendosi attenti alle tematiche della cura sanitaria e del territorio e della legalità ambientale legata alla zona industriale segnalano lo stato di gestione del Muscatello: “che in fase di allerta Covid-19 ha visto smantellati importanti reparti ospedalieri destinati a centro di cura per pazienti Covid. Il principio cardine nelle scelte organizzative e di gestione dell’ospedale Muscatell non può prescindere dalla circostanza che si versi in zona Aerc e dunque ogni modifica al piano operativo ospedaliero non può non passare dalle esigenze del territorio e della volontà dei residenti. Appare del tutto evidente che così non è avvenuto”.
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Nel documento si fa cenno alla questione legata alle vigenti normative in materia di qualità dell’aria. Si accettò illo tempore di non protestare avverso l’abrogazione di quegli articoli di legge che imponevano la misurazione di marcatori ambientali tipici delle emissioni industriali. Ma da quella abrogazione deriva che siti come quello di Augusta, che appartiene al Sin Priolo, uno dei più complessi da bonificare, possano oggi dirsi normativamente “a basso inquinamento” potendosi monitorare solo e soltanto gli inquinanti tradizionali e non quelli tipici dell’Aerca. Attualmente l’ospedale di Augusta – continuano le associazioni – appare di rilevantissima necessità e bisogno per la comunità locale e di tutta la provincia, si pensi ad esempio alla circostanza che esso sia Centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi anche precoce delle patologie asbesto correlate di cui alla Legge 10 del 29 aprile 2014. In riferimento alle linee guida dell’Istituto superiore di Sanità, considerata l’ubicazione e le caratteristiche tutte richiamate, il Muscatello rappresenta una struttura irrinunciabile che va implementata e giammai depotenziata come in questi anni è avvenuto.
Per le associazioni è necessario: accrescere l’offerta sanitaria della struttura ospedaliera, incentivarla, implementarne l’organigramma includendo figure mediche altamente specializzate nella diagnosi e prevenzione delle patologie tumorali percentualmente più diffuse nell’area (Pneumologia, OncoEmatologia, Oncologia ecc.) e far sì che il nosocomio megarese assurga realisticamente a centro di riferimento per la provincia aretusea riducendo il fenomeno con numeri da record della migrazione sanitaria siciliana. A questo punto – concludono – verificate con urgenza il rispetto delle disposizioni normative, nel timore che uno stravolgimento definitivo della struttura ospedaliera che negli anni ha subito già importanti dismissione di reparti (ginecologia e ostetricia su tutte: ad Augusta nessun augustano può più nascere sic!), si insiste per il ripristino dei reparti dismessi e per l’implementazione della struttura ospedaliera in maniera consona alle rappresentate urgenti ed improcrastinabili necessità del territorio”.
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