Nel Maggio dei Libri organizzato dall’ Amministrazione comunale di Augusta, sotto la regia dell’instancabile assessore alla cultura Giuseppe Carrabino, un momento particolare si è vissuto nel salone comunale con il dialogo-dibattito fra l’ex deputato Carmelo Sareaceno (già assessore regionale e sindaco di Augusta) e Salvatore Ricciardini (autore dell’opera in due volumi “Cent’anni di inquietudine, 1919-2019: le lotte dei Socialisti per la democrazia ad Augusta e nel Paese”).
Accanto a Carrabino, che ha introdotto la serata, i due ex dirigenti socialisti hanno discusso, spesso in maniera appassionata, dei fatti amministrativi e politici della città, del ruolo di primo piano che il socialismo ha avuto non solo ad Augusta ma in tutt’Italia, spaziando anche in una dimensione europea che coinvolse nel secolo scorso i momenti tragici della guerra, del nazifascismo e del comunismo sovietico.
il dibattito ha dimostrato che la civiltà dei rapporti politici in questa città continua ad essere grandissima, dal momento che l’amministrazione è di destra ed i due oratori sono di sinistra: come in passato il rispetto delle reciproche idee rimane una guida suorema di comportamento.
Lo ha sottolineato più volte Ricciardini che, alla domanda se egli fosse anticomunista, ha risposto che tutti quelli che si dichiarano “anti” qualcosa sono in realtà dipendenti da quella cosa, vivono solo perché esiste quella cosa e loro, come parassiti, vivono attaccati ad essa. Bisogna proclamare, difendere e promuovere le proprie idee e poi lasciare agli altri la libertà di condividerle o di respingerle, non accettando l’estremismo violento di vuole tappare la bocca agli altri, reintroducendo i sistemi violenti che sempre caratterizzano le dittature, siano esse di destra o di sinistra.
Ricciardini ha trattato a fondo il dissidio storico tra socialisti e comunisti, ricordando che esso partì dopo l’ordine di Lenin di espellere l’ala riformista del Psi e di costituire il partito comunista d’Italia. I riformisti fondarono il PSU ed i comunisti il Pcd’I. Togliatti come segretario comunista propose a Matteotti segretario socialista una lotta antifascista che escludesse alleanze con i partiti non di classe. Matteotti rifiutò e ribattè che la lotta per la libertà dovesse invece coinvolgere tutti.
Ebbe ragione dalla storia e Togliatti ebbe torto.
Togliatti sbaglierà quando da ministro della giustizia promulgherà l’amnistia per i delitti fascisti, ampliata poi dalla Dc e che impedì un vero rinnovamento delle strutture portanti del nostro Paese. Dopo avere raccontato l’episodio storico di Umberto Terracini che pubblica sull’Avanti! un appello a Togliatti perché si rifaccia vivo, essendosi per paura rintanato in casa, Ricciardini ha paragonato il socialismo alla Gran Madre di Megara Iblea, la Kourotrophos, che allatta i bambini, perché è da esso che sono nate le deviazioni della sinistra: da esso nacque l’eresia comunista che promette il paradiso terrestre ai lavoratori e poi realizza dove va al potere una dittatura orrenda e criminale denunciata dalla stesso Pcus al XX congresso; da esso nasce il capo del fascismo italiano che realizza la dittatura in Italiaer chiama i socialisti “psuini” ed ordina l’uccisione del loro segretario.
Da esso nasce il Psdi nel 1947 ed il Psiup nel 1963.
Sul giornale socialista Avanti! scrivevano i giovani socialisti Gramsci e Togliatti, Enrico Berlinguer era figlio di un senatore socialista, la Schlein ha per nonno materno un senatore socialista.
Il dibattito ha toccato i tanti temi contenuti nel libro che in circa 900 pagine racconta nei minimi particolari la storia politica e amministrativa della città, reca tutti i risultati elettorali dal dopoguerra ad oggi, elenca i nomi e le biografie di tutti i confinati politici della provincia comune per comune, presenta una rassegna stampa di articoli di Ricciardini lunga 150 pagine, porta l’elenco degli amministratori comunali dal 1860 ad oggi.
Soprattutto caratterizza il libro il saggio dedicato all’avvocato Giuseppe Amato che, nel secondo volume, appare da grande protagonista, da socialista illuminista che illuminò tante menti di giovani augustani e che ebbe una statura intellettuale altissima, pur volendo rifuggire dalla corsa al potere che era estranea al suo carattere. Ricciardini mette in rilievo anche le doti giornalistiche di Amato che a Roma collaborava con Il Mondo di Giovanni Amendola. che vendeva fino a 220.000 copie.