Perquisizione in carcere: trovati telefoni cellulari e sostanze stupefacenti in alcune celle: blitz della Polizia penitenziaria. Lo rende noto il Sappe.
[/]
Fruttuosa *perquisizione* in carcere a Augusta. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto delle Sezioni detentive del carcere trovando gli apparecchi. A darne notizia è Calogero ‘Lillo’ Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: “Martedì in tarda mattinata con un blitz da parte degli uomini della Polizia penitenziaria di Augusta, sono stati intercettati e sequestrati alcuni smartphone e sostanze stupefacenti che in un primo tempo avevano eluso i controlli di routine.
I reati contestati riguardano la detenzione di stupefacenti, il reato di detenzione cellulari in carcere, punito dalla legge con 1 o 4 anni di reclusione. La grave carenza organica del Penitenziario di Augusta viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia penitenziaria che hanno messo in atto questa operazione che ha portato frutti, assicurando alla legge la punibilità dei reclusi che continuano a commettere reati anche nelle condizioni di detenzione. Per questo il Sappe esprime il proprio apprezzamento al personale di Polizia penitenziaria in servizio nella casa di reclusione di Augusta e a tutti coloro che hanno partecipato alla perquisizione ed auspica che venga loro riconosciuto una meritata ricompensa” aggiunge il leader siciliano del Sappe.
[/]
“Sono oramai svariati i tentativi per occultare droga e telefonini e introdurli poi all’interno degli istituti penitenziari: ma il personale di Polizia penitenziaria, pur senza l’ausilio di adeguati mezzi, è sempre più professionale nel rinvenimento di tutto ciò che non è legale e non è consentito introdurre nel carcere”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe. Capece ricorda che “la Polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla introduzione di telefoni cellulari e alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.