Si è svolta ieri, 11 gennaio, la celebrazione del 332esimo anniversario del sisma del 1693, il violento terremoto che rase al suolo Augusta e gran parte della Sicilia orientale.
L’evento, trasmesso in diretta streaming sui canali di Webmarte, è stato organizzato dall’assessorato Cultura, Tradizioni e Promozione del Territorio, guidato da Giuseppe Carrabino con la presentazione di testi manoscritti, video commemorativi, oltre a momenti liturgici che si si sono svolti in chiesa Madre.
La cerimonia ha visto la presenza del vice sindaco Tania Patania che ha portato i saluti del sindaco Giuseppe Di Mare e dell’Amministrazione comunale con gli assessori Giuseppe Carrabino, Domenico Zanti e Salvo Serra, di autorità civili e militari, tra cui la Marina militare, la Capitaneria di porto, la Polizia municipale, la Protezione civile, di associazioni di volontariato, confraternite e club service.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da padre Alfio Scapellato, amministratore parrocchiale della chiesa Madre, che nella sua omelia ha ricordato l’importanza della rinascita dopo una qualunque tragedia che può avvenire attraverso l’azione di consolazione che ognuno di noi anche in rapporto al ruolo, ha il dovere di praticare con il prossimo per aiutarlo a rinascere dalle difficoltà .
La liturgia è stata animata dalla Corale “Jubilaeum” della parrocchia San Francesco di Paola, diretta da Luigi Trigilio che per la prima volta ha eseguito l’inno ufficiale del Giubileo 2025.
Alle 15 in concomitanza con l’ora del sisma, le campane della città hanno suonato a distesa nel ricordo delle oltre duemila vittime.
“Fare memoria di “quell’immane terremoto”, così come è stato definito dagli storici del tempo, è l’occasione per rammentare la nascita della nuova Augusta, una città risorta per la laboriosità del suo popolo con strade larghe e una nuova fisionomia urbanistica.
Nel ricordare il terremoto del 1693 – ribadisce l’assessore Carrabino – non possiamo fare riferimento all’opera di assistenza fornita dai cavalieri di Malta che avevano già installato in Augusta la “Ricetta”.
Trattasi, come ebbe a dire lo storico Giovanni Satta, del primo intervento di “Protezione Civile” quale sistema organizzato e di soccorso alla popolazione.
Un disastro che nella sola Augusta contò ben duemila vittime su una popolazione di circa seimila”.
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