Oggi gli uomini e le donne della Marina militare hanno celebrato la giornata loro dedicata: due le sobrie cerimonia che si sono svolte ad Augusta e a Milazzo.
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Nell’ambito delle celebrazioni della Giornata della Marina militare il comprensorio militare di Terravecchia ad Augusta e la città di Milazzo, paese natio dell’ammiraglio Luigi Rizzo autore dell’eroica impresa di Premuda, sono stati teatro di due sobrie cerimonie a ricordo del 10 giugno 1918. Ad Augusta la cerimonia, presieduta dal comandante Marittimo Sicilia contrammiraglio Andrea Cottini si è svolta, in forma statica e con una ridotta rappresentanza del personale militare e civile del Comando Marittimo, attraverso la deposizione di una corona presso il monumento ai caduti in mare a Terravecchia. A rappresentare le più alte cariche istituzionali della provincia, il prefetto di Siracusa, Giuseppa Scaduto.
L’evento dell’impresa di Premuda è stato inoltre ricordato a Milazzo presso il monumento dedicato all’ammiraglio Luigi Rizzo ubicato nei giardini della Marina Garibaldi, antistanti il municipio. La cerimonia ha avuto luogo alla presenza del Comandante di Marisuplog Messina, capitano di vascello Giuseppe Catapano, in rappresentanza del comandante marittimo Sicilia, del Prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi e del Sindaco di Milazzo, Avvocato Giovanni Formica. In questo periodo di emergenza pandemica, grazie all’impegno silente e costante di ufficiali, sottufficiali, graduati, marinai e del personale civile, dislocati nei cieli e nei mari del mondo, la Marina continua ad assicurare, non senza difficoltà e rilevanti sforzi, i propri impegni istituzionali a livello nazionale e internazionale, contribuendo alla stabilità e alla sicurezza del Paese.
Nel Mediterraneo, nell’oceano Indiano, nel Golfo Persico, nel Golfo di Guinea e nel Mar Artico la Marina è presente. Presente con l’operazione Mare Sicuro per i controllo dei flussi migratori; con la missione europea Atalanta di contrasto alla pirateria, in difesa dei traffici marittimi e della libertà di navigazione contro le incursioni dei pirati somali; con l’operazione navale europea Irini per il pattugliamento delle acque libiche; con la partecipazione alla Standing Nato Maritime Group 2 (Snmg 2) nel Mar Nero, composto da 8 unità navali della Nato attualmente al comando dell’Italia, dove il personale della Marina è impegnato in un programma addestrativo volto ad accrescere le capacità professionali, favorendo l’integrazione tra gli equipaggi delle navi del dispositivo e assicurando una presenza continua e visibile in grado di garantire la sicurezza marittima e gli interessi vitali dell’Alleanza Atlantica.
Nell’ambito delle attività di contrasto al Covid-19 la Marina Militare ha dato prontamente corso alle attività concorsuali volute dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, fornendo uomini e mezzi a supporto del Sistema nazionale di Protezione civile. Degli oltre 100.000 militari resi disponibili dalla Difesa dal’’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19, ben 20.000 sono uomini e donne della Marina militare. Il nostro personale specialistico è stato inviato in supporto al servizio sanitario nazionale, con un coinvolgimento che ha toccato punte di oltre 130 unità, tra Medici, Infermieri e tecnici sanitari, impiegate in diverse aree del paese. La generosità e la carica umana con cui il personale di Forza Armata affronta le sfide, come quelle legate all’emergenza sanitaria, non passano inosservate e risultano compatibili con quelli che sono i livelli di preparazione e di addestramento che fanno parte del bagaglio professionale di ogni marinaio. La festa è dedicata a loro, uomini e donne altamente qualificati che, all’impegno richiesto per svolgere i compiti assegnati, uniscono la passione e l’orgoglio di chi si dedica ogni giorno con dedizione al bene comune.
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L’azione di Premuda che è stata ricordata oggi è una delle più brillanti ed audaci azioni navali della prima guerra mondiale. La notte fra il 9 e il 10 Giugno 1918 una sezione di due Mas, al comando rispettivamente del capitano di corvetta Luigi Rizzo (capo sezione) e del guardiamarina di complemento Giuseppe Aonzo, lasciava il porto di Ancona dirigendosi verso l’isola di Premuda dove avrebbe dovuto effettuare un normale rastrellamento allo scopo di accertare la presenza in zona di campi minati. Durante le operazioni di rastrellamento le unità intercettarono la potente squadra navale avversaria composta da due navi da battaglia, un cacciatorpediniere e sei torpediniere che, uscita dalla base nemica di Pola, stava dirigendo verso il Canale di Otranto. Ebbe così origine l’azione nel corso della quale, a conclusione di un attacco condotto con incredibile audacia e grande perizia, il comandante Rizzo silurò ed affondò all’alba del 10 giugno 1918, la nave da battaglia Szent Istvan.
A Luigi Rizzo, già decorato con Medaglia d’Oro al valor militare per aver forzato sei mesi prima il porto di Trieste affondandovi la Nave da battaglia Wien venne attribuita, per questa impresa una seconda medaglia d’oro. L’azione di Premuda ebbe conseguenze ben più importante dell’affondamento di una singola nave, poiché l’impresa bloccò sul nascere l’attuazione di un piano politico e strategico inteso a contestare la supremazia navale finora dimostrata dal nostro Paese in Adriatico. La flotta austriaca infatti si trovava in mare nel supremo tentativo di uscire da una lunga ed umiliante situazione d’inerzia. Il piano dell’Ammiraglio Horty era chiaro: attaccare all’improvviso le unità di vigilanza del Canale di Otranto e le forze leggere di protezione italo-franco-inglesi distruggendole prima che la parte più consistente della flotta alleata, con concentrata a Taranto e a Corfù, potesse intervenire.
I siluri di Luigi Rizzo, colpendo una importante aliquota delle forze avversarie e facendo crollare l’elemento sorpresa, troncarono l’impresa sul nascere, costringendo la flotta austriaca a rinunciare definitivamente all’ambizioso progetto e costringendola ad una definitiva e distruttiva inerzia. La messa in sicurezza dell’Adriatico, e la protezione delle vitali linee di comunicazione marittima che dagli oceani al Mediterraneo alimentavano l’Italia, furono una indispensabile premessa alla Vittoria finale. Ammirato dall’impresa, il comandante in capo della Grand Fleet, l’ammiraglio inglese David Beatty fece giungere all’ammiraglio Cusani Visconti, comandante della flotta italiana, il seguente telegramma: “La Grand Fleet porge le ‘più sentite congratulazioni alla flotta italiana per la splendida impresa condotta con tanto valore e tanta audacia contro il nemico austriaco”. Le giornate celebrative delle Forze Armate, compresa quella della Marina Militare, furono istituite nel 1939. Nel periodo dal 1950 al 1964 la Giornata fu celebrata il giorno di Santa Barbara (4 dicembre). Dal 1964, la ricorrenza è stata definitivamente riportata al 10 giugno.