Il Tar di Catania ha annullato la delibera con la quale il Comitato di Gestione, a febbraio scorso, aveva approvato l’ampliamento e la ridefinizione dell’attuale pianta organica dell’Autorità di Sistema dei Porti della Sicilia Orientale.
Il Tar ha annullato la delibera contestata e gli atti conseguenti, nella parte in cui è disposta la cancellazione di due posizioni di V livello.
Il ricorso è stato presentato da un cittadino che era risultato il primo nella graduatoria, non ancora approvata, del concorso per il profilo professionale di impiegato di V livello – operatore autista, bandito dall’AdSP a marzo 2020, per la copertura dei posti previsti nella pianta organica dell’ente, adottata con una delibera del Comitato di Gestione del 10 maggio 2018.
Successivamente, a marzo di quest’anno, l’AdSP ha modificato la Pianta organica, portando il numero dei dipendenti da 69 a 85, ma cancellando le posizioni di V livello.
Il ricorso era quindi stato intentato contro il provvedimento con cui il Presidente dell’Autorità, qualche giorno dopo, ha disposto la definitiva revoca e modifica dell’efficacia della precedente delibera di marzo 2020, nella parte in cui prevedeva l’assunzione con contratto a tempo indeterminato della figura professionale alla quale il ricorrente è interessato.
Il Tar di Catania, accogliendo il ricorso, ha annullato la delibera dell’AdSP perché dall’atto contestato “non emerge un’effettiva connessione con la necessità o l’opportunità di sopprimere la posizione di V livello di cui si discute”.
Nella sentenza, il Giudice amministrativo contesta inoltre all’AdSP la violazione della norma che stabilisce che i componenti del Comitato di Gestione, nel caso di conflitto di interessi occasionale, anche solo potenziale, hanno l’obbligo di segnalare la situazione di conflitto e di astenersi.
Nell’approvazione della delibera annullata, erano infatti presenti l’ingegnere Roberto Meloni e l’ingegnere Dario Niciforo, il primo padre e il secondo cognato di dipendenti dell’AdSP, che in quanto parenti entro il quarto grado di dipendenti, si legge nella sentenza, avevano l’obbligo di astenersi.
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