La direzione del carcere diffidata dal Sappe per la sigla di un Protocollo di intesa locale firmato con i sindacati Cgil, Uil, Uspp e Cisl e che il Sappe non condivide.
“Per la seconda volta non condividiamo il nuovo Pil – spiega Salvatore Gagliani, segretario provinciale del sindacato dissidente – perché lo riteniamo inapplicabile “la prova è che la direzione non lo sa o lo vuole applicare”.
Le quattro sigle che hanno sottoscritto l’accordo sostengono di aver creato quelle condizioni di pari opportunità, di certezze nei diritti del personale.
“Noi del Sappe lo riteniamo inapplicabile e i fatti ci danno ragione, ovvero non se ne garantisce la corretta applicazione beffandosi del personale” scrive Gagliani in una nota inviata alla direttrice del penitenziario Angela Lantieri e per conoscenza al provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Cinzia Calandrino e al segretario regionale del Sappe Calogero Navarra. I
Relativamente alla presunta violazione del Pil si stigmatizza il fatto che: “sia alla matricola sia alla cucina detenuti, le unità da avvicendare per la rotazione stabilite dal Pil non sono state restituite a turno, anzi restano in servizio uno in matricola e l’altro in cucina, malgrado già siano in servizio dal 13 aprile scorso data le unità che li hanno avvicendati”.
La direzione, secondo il sindacato avrebbe violato il Pil per “omissione – sostiene Gagliani – di comunicazione e provvedimenti, visto che ha aumentato il numero di cariche fisse previste nei due uffici, avrebbe distorto la rotazione, nonostante lei stessa lamenti la carenza di personale.
La violazione del Pil – sottolinea il segretario provinciale del Sappe – riguarda la mancata garanzia delle pari opportunità”.
Il Sappe chiede l’immediata restituzione a turno degli avvicendati (una unità in matricola e una in cucina detenuti) con apposita comunicazione scritta come la direzione ha sempre fatto.
“Di fronte ad una eventuale condotta antisindacale metteremo in campo ogni azione concreta in nostro possesso, affinché si ristabiliscano la necessaria trasparenza e il rispetto delle regole, che vede i poliziotti restituiti al servizio d’istituto a seguito di rotazione/avvicendamento e altri destinatari di “immunità”.
Il sindacato si riserva di attivare la commissione arbitrale regionale a Palermo per il mancato rispetto degli accordi.