Sei telefonini in carcere nelle celle dei detenuti e quattro poliziotti penitenziari positivi al Covid 19. Il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni denuncia una situazione difficile vissuta dal personale.
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Nell’arco di una settimana la polizia penitenziaria ha trovato sei micro cellulari che i detenuti della casa di reclusione di Augusta avevano nascosto accuratamente nelle celle. Lo rende noto il dirigente nazionale del Sippe, Nello Bongiovanni. “Nonostante la gravissima carenza di organico che costringe gli agenti della Polizia penitenziaria a turni massacranti al punto che si saltano pasti, il personale in servizio al carcere di Augusta, con grande professionalità, continua a svolgere il proprio dovere. Devo muovere una dura critica all’amministrazione penitenziaria, che è sorda ai bisogni ed alle esigenze degli agenti penitenziari” dichiara il sindacalista il quale, nel denunciare per l’ennesima volta la carenza di personale chiede maggiori attenzioni per gli agenti in servizio.
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A rendere più difficile il compito che gli agenti svolgono all’interno del carcere sarebbe la consapevolezza di essere esposti al rischio contagio da Covid 19. Ciò poiché, come segnala Bongiovanni: “i detenuti svolgono i colloqui con i familiari avendo contatti pericolosi con il mondo esterno nonostante non manchino loro le videochiamate. Quattro agenti risultati positivi si trovano in isolamento domiciliare e la loro assenza si fa sentire in un organico già eseguo. Per Bongiovanni potrebbero essere assegnate momentaneamente nuove unità per sopperire all’assenza dei quattro agenti. “Avremmo inoltre bisogno – conclude il dirigente nazionale del Sippe – di un’amministrazione più vicina alla polizia penitenziaria che invece di essere punita al primo errore con rapporti disciplinari dovrebbe essere sostenuta per il gravoso compito che svolge soprattutto in questo difficile momento.