Entro febbraio, “Barca nostra”, il peschereccio affondato il 18 aprile 2015, con a bordo diverse centinaia di migranti, potrebbe ritornare in città per essere collocato in un “Giardino della memoria”. Il sindaco Di Mare scrive al presidente del Consiglio comunale di Genova, che ha approvato una mozione per poter avere il barcone nel Museo del Mare e delle Migrazioni. La volontà dell’attuale Amministrazione è finalizzata alla realizzazione di Museo dei Diritti, un museo “diffuso” ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo.
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Barca Nostra potrebbe tornare ad Augusta entro la fine di febbraio. Si tratta del barcone naufragato il 18 aprile del 2016 nel Canale di Sicilia, riportato a galla con una complessa operazione un anno dopo per volontà del governo Renzi e trasferito ad Augusta per il recupero dei resti umani e il riconoscimento delle vittime. Due anni fa il relitto è stato esposto alla 58° edizione della Biennale di Venezia dopo essere stato concesso in comodato d’uso dal Comune megarese all’artista Christoph Buchel e per una controversia tra quest’ultimo e la ditta che ne ha curato il trasporto è rimasto bloccato nell’arsenale di Venezia. Controversia che starebbe per risolversi mettendo fine all’ostacolo che impedisce il rientro ad Augusta di “Barca Nostra”. A contemplarne la possibile collocazione nel Galata Museo del Mare e delle Migrazioni è stato il Consiglio comunale di Genova che il 21 dicembre scorso ha approvato una mozione a tal proposito.
Nei giorni scorsi il sindaco, Giuseppe Di Mare ha scritto al presidente del Civico consesso della città ligure, Federico Bertorello manifestando gratitudine ed apprezzamento per l’approvazione, durante la seduta del Consiglio comunale di Genova, il 21 dicembre scorso, della mozione avente ad oggetto la possibile collocazione del relitto “Barca Nostra” nel Galata Museo del Mare e delle Migrazioni. “Giudico il vostro atto un gesto di grande sensibilità, solidarietà e generosità che ci proponiamo di ricambiare allorché, con il rientro del barcone ad Augusta, realizzeremo il “Giardino della Memoria” ed il “Museo dei Diritti”. Fortunatamente – scrive il primo cittadino – la controversia che ha bloccato l’opera sulla banchina dell’Arsenale di Venezia pare stia per risolversi per il meglio e ci auguriamo che essa potrà rientrare qui entro febbraio”.
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Il sindaco Di Mare ricorda che il peschereccio che trasportava quasi un migliaio di persone migranti affondò il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia. Al tragico naufragio sopravvissero soltanto 28 persone. Un anno dopo, per volontà del Governo italiano, il relitto fu recuperato dal fondo del mare con una complessa operazione e portato ad Augusta per la pietosa rimozione dei resti mortali delle centinaia di povere vittime che vi erano rimaste intrappolate. “Nella nobile e ardua impresa di dare un nome ai naufraghi che hanno perduto la vita – sottolinea il primo cittadino – sono da tempo impegnate diverse Istituzioni italiane ed internazionali”. Già nel 2016, su sollecitazione del Comitato 18 aprile, costituitosi ad Augusta in concomitanza con l’arrivo del relitto, l’allora sindaco Cettina Di Pietro aveva chiesto che il peschereccio non fosse distrutto o spostato altrove, ma rimanesse qui per realizzare il “Giardino della Memoria” proposto dal Comitato.
Nel 2018 il Consiglio comunale di Augusta, come rammenta Di Mare, in adesione al progetto del Comitato 18 aprile, approvò all’unanimità una mozione. Mozione che impegnava l’Amministrazione comunale a compiere tutti i passi necessari “affinché il relitto rimanga ad Augusta come arricchimento del patrimonio museale della città e culturale dell’intera Regione, quale elemento significativo e fondante di quel “Giardino della Memoria” posto a presidio e testimonianza delle tragedie delle persone migranti, oltre che segno di rispetto per le vittime e dall’alto valore didattico per le nuove generazioni”. “Nell’aprile 2019, anche grazie all’impulso dell’artista Christoph Buchel, il relitto è stato ceduto dal ministero della Difesa alla città di Augusta – continua Di Mare – e subito dopo è stato da noi concesso in comodato d’uso per un anno all’artista Buchel per esporre l’opera “Barca Nostra” alla Biennale d’Arte di Venezia.
La controversia ha sì ritardato il rientro del barcone ad Augusta, ma non ha indebolito l’idea e la volontà del Comitato 18 Aprile, degli organismi sociali, culturali ed artistici, delle istituzioni scientifiche ed accademiche coinvolte e della nostra Amministrazione, che si realizzi il Museo dei Diritti, un museo “diffuso” ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo. In questo nostro progetto – conclude Di Mare nella lettera al presidente del Consiglio comunale di Genova – la disponibilità che ci avete dimostrato approvando la mozione, ci incoraggia e ci induce a ricambiarla, proponendo di stabilire presto stretti rapporti di collaborazione sui temi di comune interesse e principalmente quelli riguardanti le migrazioni e la conservazione della memoria di questo epocale fenomeno”. La controversia, di cui parla il sindaco Di Mare, coinvolge l’artista che ha curato l’esposizione di “Barca nostra” alla biennale di Venezia e la ditta che ha curato il trasporto. Trasporto le cui spese sono state sostenute da Christoph Buchel, così come previsto dall’accordo di comodato d’uso del relitto e che riguarderanno anche il rientro del barcone ad Augusta.