Il congresso di Fratelli di Italia di Augusta, previsto per oggi, non si farà, è stato rimandato a una data da destinarsi.
Confermati invece gli altri congressi in provincia, a cominciare da quello previsto per domani a Lentini.
Non è stata data una motivazione ufficiale per il rinvio, ma è evidente sulla scelta ha pesato il momento complicato che il partito sta vivendo in Sicilia che vede nella provincia di Siracusa uno dei luoghi più sensibili.
Da indiscrezioni non confermate ufficialmente, la situazione particolare di Augusta, dove la maggioranza del partito guidato dal sindaco Giuseppe Di Mare è vicina al deputato regionale Carlo Auteri, attualmente sospeso dal partito, avrebbe suggerito di congelare il congresso in attesa di un “chiarimento” con il commissario regionale per la Sicilia, Luca Sbardella, nominato dalla Meloni dopo il ‘reset’ del partito nella regione, come è stato definito l’azzeramento dai vertici romani.
‘Reset’ che ha coinvolto anche il deputato catanese Manlio Messina, considerato il capo della ‘corrente turistica’ che si è dimesso dalla carica di vice presidente vicario del gruppo parlamentare alla Camera.
Le vicende che hanno portato al commissariamento del partito in Sicilia, sono note e legate allo scontro in corso tra alcuni leader di primo piano del partito in Sicilia, che vede concentrati in provincia di Siracusa alcuni dei principali protagonisti.
Qualche mese fa, il caso Auteri si è guadagnato la ribalta nazionale per le minacce rivolte all’altro deputato regionale La Vardera, e per i contributi regionali destinati a società e associazioni gestite dalla moglie e dalla madre del deputato di Sortino, fedelissimo di Messina.
Poi la vicenda delle ‘mancette’, che ha coinvolto l’altro leader del partito in provincia, Luca Cannata, che deve fare i conti con le accuse lanciate da tre ex assessori e un ex presidente del consiglio comunale, che sostengono di aver versato ogni mese a Cannata, quando era sindaco di Avola, cifre variabili tra i 250 e i 550 euro in contanti.
Somme che sarebbero servite a finanziare il gruppo politico di riferimento, senza però entrare nel bilancio del partito.
A questo si è aggiunta la pubblicazione da parte della stampa, di una lettera “riservata personale” indirizzata ad Arianna Meloni dall’avvocato Peppe Napoli, in cui l’autore scrive “esigo resti riservata”.
Napoli, un tempo molto vicino a Cannata, è stato per sette anni commissario provinciale, eletto alla presidenza del partito a dicembre del 2023, carica dalla quale si dimise appena qualche mese dopo, ad aprile del 2024, “per esigenze familiari e impegni professionali”.
La lettera contiene accuse a Cannata, che descrive come un politico impegnato ad “ostacolare ogni percorso politico sia degli esponenti politici appartenenti alla coalizione del centrodestra ma soprattutto ostacolare, ma direi schiacciare, tutti coloro che all’interno del nostro partito, impegnandosi con assoluta abnegazione, cercano di dare il loro contributo sempre maggiore proiettandosi anche al raggiungimento di giuste ambizioni personali sempre per gli interessi della nostra collettività, per spirito di servizio al fine del miglioramento sociale”.
Sull’altro fronte, proprio in questi giorni, Messina ha dovuto smentire le voci che lo davano in procinto di lasciare FdI per passare al gruppo misto alla Camera.
“La notizia che io possa passare al gruppo misto è assolutamente falsa. Le mie dimissioni sono seguite ad un commissariamento della Sicilia a causa di un partito che non funziona, un partito che in questi ultimi anni è stato soggetto ad una serie di beghe interne. Credo che ad ora la scelta più giusta, da parte di chi è dirigente, sia quella di dare una risposta netta. La mia è una scelta di responsabilità e di rispetto verso il partito ed il presidente Meloni”.
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