Con una nota, Salvare Augusta, cartello di associazioni ambientaliste, ha chiesto al sindaco di revocare, in autotutela, il Piano di lottizzazione convenzionato “Cannatello”.
Gli ambientalisti ribadiscono la necessità che “sia disposta una moratoria all’approvazione di nuovi piani di lottizzazione relativi a interventi di nuova costruzione, per non vanificare gli obbiettivi pianificatori e di sostenibilità e tutela ambientale perseguiti nell’ambito del procedimento di formazione del PUG in corso di elaborazione”.
Il piano di lottizzazione “Cannatello” è stato approvato con delibera del consiglio comunale n. 30 dell’8/2/1984, oltre quarant’anni fa, e comprende un territorio di circa 260 mila metri quadrati nel territorio costiero tra la S.S. 114 e la linea ferroviaria Catania Siracusa.
Si tratta di un vasto appezzamento compreso tra il villaggio “Baia degli Oleandri” e costa “Saracena”, nella zona nota per la presenza di una costruzione nota come il Castello di Pippo Baudo, definizione impropria dal momento che il noto personaggio televisivo non ha niente a che vedere con il rudere.
Il piano prevede la realizzazione di un villaggio turistico con 696 posti letto nella zona H1, la sola sottoposta al parere paesaggistico, di un albergo con 596 posti letto nella zona H2 e di 12 mini appartamenti con complessivi 60 posti letto nella zona H3. Il tutto per il rilevante volume di circa 114.000 metri cubi.
Salvare Augusta ricorda come dopo l’approvazione, si sono succeduti i vari rinnovi della convenzione urbanistica e del Piano di lottizzazione, nel 2015 il Comune correttamente subordinava la stipula di una nuova convenzione alla preventiva acquisizione dei necessari pareri in materia paesaggistica e ambientale, tenuto conto del mutato quadro normativo e in particolare “di tutte le leggi e regolamenti (compreso VAS-VIA ecc.) oggi vigenti nella Regione Sicilia”.
Due ricorsi amministrativi, al Tar nel 2016 e al Cga nel 2021, si sono entrambi conclusi con in favore della ditta ricorrente con sentenze che però indicavano chiaramente al Comune la via maestra da percorrere per dirimere la questione.
“L’Amministrazione comunale non può sottrarsi alla sua attuazione (che comunque presupporrebbe la stipula di una nuova convenzione, mai intervenuta), a meno che non provveda, in esecuzione dei poteri di autotutela di cui all’art. 21 quinquies L. 241/90, a revocare il piano, in autotutela, in considerazione del sopravvenuto contrasto con la normativa in atto vigente”.
Gli ambientalisti sottolineano come la giunta municipale, anziché procedere alla legittima revoca in autotutela del piano, ha approvato, con la delibera 152 del 17/7/23, un nuovo schema di convenzione urbanistica e un anno dopo, con la delibera 206 del 22/7/24, ha concesso concedeva una proroga ulteriore di 6 mesi per la stipula.
Salvare Augusta sottolinea come, “nonostante il mutato quadro normativo e le questioni ambientali e paesaggistiche, a suo tempo giustamente sollevate dagli uffici, permangono ancora tali ed anzi ne esistono altre quali, per esempio, la mancanza della Valutazione di incidenza ambientale. essendo l’area prossima alla ZSC “Fondali di Brucoli – Agnone”, e l’indispensabile verifica di assoggettabilità a VIA e l’obbligatorietà della VAS. Inoltre l’area appare in gran parte soggetta ai vincoli della legge quadro in materia di incendi boschivi essendo stata percorsa dal fuoco nel settembre 2014 come riporta il Catasto Incendi del Comune”.
Dal punto di vista dell’impatto ambientale dell’insediamento, gli ambientalisti si chiedono:
“Quanta acqua occorrerà per i nuovi residenti e villeggianti e da quale fonte la si prenderà?
Dove andranno a finire i reflui fognari di un complesso che ospiterà oltre 1300 persone?
E i rifiuti che si aggiungeranno a quelli di una zona già in estrema difficoltà?
E la viabilità d’accesso e il traffico veicolare?”
Salvare Augusta chiede all’amministrazione comunale di preservare uno dei pochi tratti di costa tra Augusta e Agnone non ancora del tutto coperti dal cemento, “per dimostrare di credere nel principio di “consumo di suolo zero” affermato nell’Atto di Indirizzo per la redazione del Piano Urbanistico Generale e se intende applicarlo concretamente, bisogna che il Sindaco lo provi e manifesti qui la sua volontà politica disponendo che gli Uffici procedano speditamente al riesame degli atti e alla revoca in autotutela del Piano di lottizzazione”.
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