Nella sala convegni del Circolo Ufficiali della Marina Militare ‘Paolo Vandone’ di Augusta, si è svolto ieri un interessante incontro su “Vulcani, terremoti e tsunami nella Sicilia Orientale: insidie nascoste dagli abissi del mare”.
Organizzato dalla Sezione Brucoli – Augusta della Lega Navale Italiana, presieduto dal dott. Andrea Neri, l’incontro ha visto un relatore d’eccezione.
A parlare dell’argomento è stato infatti il dott. Marco Neri, Primo Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Marco Neri, che è anche il Vice-Commissario Straordinario per la ricostruzione nei territori dei Comuni della Città Metropolitana di Catania colpiti dal terremoto del 26 dicembre 2018, è infatti uno dei maggiori esperti al mondo di vulcani, in particolare di quelli del Mediterraneo, ai quali ha dedicato qualche centinaio di pubblicazioni scientifiche.
Con il suo intervento, Neri ha catturato l’attenzione dei numerosi presenti, tra i quali il delegato regionale di LNI per la Sicilia, Ammiraglio Agatino Catania, e quello della regione Liguria, Ammiraglio Roberto Camerini, trattando con straordinaria semplicità argomenti estremamente delicati e complessi.
“Sotto il mare, che occupa i due terzi della superficie terrestre, c’è esattamente quello che c’è in superficie, solo che non lo vediamo”.
Con queste parole è iniziata una vera e propria lezione, supportata da immagini e animazioni, nel corso della quale ha parlato della struttura terreste a placche, del loro costante movimento e delle crisi tettoniche che questo provoca.
Terremoti, vulcani, riscaldamento globale e le conseguenze dell’innalzamento del livello del mare, sono stati i temi dell’intervento del dott. Neri, che ha dedicato particolare attenzione all’Etna e alle sue eruzioni, fino a quella in corso, e al rischio sismico nella fascia ionica della Sicilia.
“Non possiamo prevedere quando ci sarà un terremoto, ma possiamo prevedere con ragionevole certezza dove avverrà e con quale intensità”.
Senza mai scadere nel catastrofismo o nell’allarmismo fine a sé stesso, Marco Neri ha sottolineato l’importanza della cultura della prevenzione e illustrato il lavoro di zonazione sismica dell’area etnea, una mappatura dettagliata del sottosuolo, per evitare di ricostruire edifici danneggiati in zone ad alto rischio per l’effetto di fattori di amplificazione locali.
Ha parlato anche del rischio di tsunami che potrebbero essere generati anche da un sisma violento nella zona orientale del Mediterraneo, con riferimento all’area del Peloponneso e della Turchia.
Numerose le domande dei presenti, da quella di un giovanissimo, preoccupato per il rischio per la navigazione aerea dovuto all’esplosione di cenere dall’Etna.
Altre domande hanno riguardato soprattutto la prevenzione dei danni che può produrre un sisma.
Neri ha anche risposto, con molta prudenza, a una domanda sulla sicurezza del ponte sullo Stretto, una volta realizzato.
Sull’argomento, che ha definito “scivoloso”, ha ricordato la polemica dell’Ingv con il Ministro Salvini, ribadendo che all’Istituto non è mai stato richiesto un parere sulla fattibilità dell’opera.
Tuttavia la sensazione è che non tutti i dubbi legati alla sismicità della zona siano stati effettivamente risolti e che, se quel parere fosse stato richiesto, non è per nulla scontato che sarebbe stato favorevole alla realizzazione del progetto.
Infine, fa piacere sottolineare come l’omonimia tra l’attivissimo presidente della sezione Lni e il relatore dell’incontro non sia affatto casuale.
Andrea Neri, medico per molti anni al Pronto soccorso dell’Ospedale Muscatello di Augusta, e il geologo e vulcanologo Marco Neri sono infatti fratelli.
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