E’ continuato oggi il presidio in piazza Mattarella contro l’abbattimento degli alberi e proseguirà ad oltranza, fino a quando non si otterranno risposte dal sindaco Giuseppe Di Mare, il quale ancora si riserva di stare in silenzio in merito alla vicenda.
Sono così intenzionati a comportarsi i promotori dell’iniziativa, l’associazione Piano Terra e il coordinamento Punta Izzo Possibile, che nei giorni scorsi hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa.
A sostenerli anche Legambiente, il cui rappresentante Enzo Parisi in merito dichiara: “questa vicenda si presta a diverse riflessioni, la prima è che non si uccidono così gli alberi.
Questo è un “albericidio”; i ficus andavano tutelati semmai trasferiti altrove e non è impossibile farlo, chi sostiene il contrario non dice la verità.
Noi siamo qui per cercare di salvare i 17 che restano.
I 7 già tagliati andranno a finire in qualche centrale biomasse.
E’ inammissibile non coinvolgere i cittadini nei progetti di rigenerazione urbana.
Abbiamo detto, più volte, che vanno concordati con chi ci vive sul territorio”.
“Gli alberi vengono tagliati proprio in prossimità dell’arrivo dell’estate, pur sapendo quanto essi siano preziosi perché ci danno un’ombra vera, con frescura.
Ora invece in questa zona la temperatura si alzerà parecchio e i primi a soffrire saranno gli abitanti del quartiere e tutte quelle persone che, durante il giorno sulle panchine in piazza Mattarella andavano a sedersi sotto i ficus.
Questo non è un passo avanti, bensì è un tornare indietro danneggiando la comunità” ha commentato don Palmiro Prisutto, il noto sacerdote sensibile alle tematiche ambientali, che stamattina si è unito alla gente che ha inscenato con striscioni il sit – in davanti al cantiere.
Come riferiscono Gianmarco Catalano e Andrea Tringali, rappresentanti di Punta Izzo Possibile e Piano Terra, è stata protocollata una richiesta ufficiale con cui si chiede lo stop ai lavori di abbattimento dei ficus di piazza Piersanti Mattarella e degli altri alberi del rione Borgata.
Uno stop nelle more di apporre una variante al progetto in corso d’opera.
Inoltre si chiede di conoscere i motivi che hanno indotto a prevedere il taglio degli alberi: “che non sono dei pali, oggetti inanimati; sono stati prima divelti, sfregiati, abbattuti come se fossero dei pilastri e non è possibile trattare la natura in questo modo.
In un momento in cui il mondo intero fa fronte a cambiamenti climatici enormi, sul riscaldamento globale ad Augusta si privano i cittadini di un bene così prezioso della natura.
Non dimentichiamo che la nostra città in una relazione dell’Ispra è al secondo posto per consumo di suolo in Sicilia” aggiunge Catalano.
Domani mattina sempre dalle 8 presidieranno di nuovo l’area interessata dagli interventi, dove oggi gli operai della ditta incaricata di eseguirli hanno continuato a lavorare, senza però, al momento, procedere con l’estirpazione degli alberi.