Non comincia nel migliore dei modi il 2025 per Agrigento.
E dire che quello appena iniziato non è un anno qualunque per la città dei templi, che sarà la Capitale della cultura italiana.
In attesa di ricevere il passaggio di consegne da Pesaro, città che si è insignita del titolo per il 2024, Agrigento è balzata alla ribalta delle cronache nazionali per un cartello, che all’inizio era sembrato lo scherzo di qualche buontempone da tastiera.
I viaggiatori che arrivano in città sono infatti accolti, lungo quella è chiamata ‘la strada degli scrittori‘, da un cartello turistico che indica la Valle ‘di’ Templi e la casa di Pirandello in ‘contrata’ Caos.
Un doppio clamoroso strafalcione e sta facendo sorridere l’intera nazione.
Anche se, visto che di grammatica si parla, sarebbe più corretto dire “erano accolti”, considerato che l’Anas ha provveduto alla rimozione del cartellone che presto sarà sostituito da uno scritto correttamente.
Niente male per l’avvio di un anno che vedrà la città al centro della cultura italiana.
È legittimo chiedersi: “ma meno superficialità e un po’ più di attenzione?”
Intanto ancora non si conosce il programma delle iniziative, sul sito del Comune si annuncia infatti:
“Un programma che abbraccia la cultura
Il calendario raccoglie tutti gli appuntamenti culturali della città e del territorio. Mostre, performance, workshop e itinerari tematici. Tutti gli appuntamenti e i luoghi coinvolti saranno presentati il 14 gennaio a Roma, alla presenza del Ministro della Cultura”.
Certo che il ministro della Cultura Alessandro Giuli troverà nel suo ricco e originale lessico, un po’ barocco, le parole giuste per presentare quella che è considerata per la città l’occasione di una vita, lanciata con lo slogan “Lasciati abbracciare dalla cultura”.
Ma il programma delle iniziative non sarebbe stato opportuno farlo conoscere per tempo a chi fosse intenzionato a raggiungere la città per parteciparvi?
In un articolo sul Corriere della Sera di oggi, Gian Antonio Stella ricorda come perfino il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, siciliano, uomo di cultura di destra, per salvare quello che doveva essere un “appuntamento con la storia”, aveva chiesto il commissariamento della città.
“Avevo un’idea ben precisa, che fosse l’occasione delle occasioni.
Credo che ci siano tutti i presupposti affinché da Roma, quindi dal comando centrale, si abbia la consapevolezza di impugnare il tutto, anche a costo di essere sgarbati nei modi, perché non si può perdere questa occasione”.
Buttafuoco, che è nato a Catania da una famiglia di Agira, in provincia di Enna, da buon siciliano ha anche affermato che la scadenza culturale e turistica rischia d’essere per la Sicilia, quello che lui definisce “parliamoci chiaro, la formula aritmetica che porta ‘piccioli’”.
Ma fuori da ogni disfattismo, ci auguriamo tutti che, superato questo inizio infelice, il 2025 sia un anno davvero importante per Agrigento e per la Sicilia.
Perché da soli e senza una programmazione, le straordinarie bellezze e il patrimonio culturale non bastano a risollevare il destino dell’Isola.
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