Dopo le polemiche dei giorni scorsi, scatenate da alcune carenze organizzative, è finalmente stato inaugurato l’anno che vede la città di Agrigento Capitale italiana della cultura.
Alla cerimonia, che si è svolta nel Teatro Pirandello, hanno partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il Presidente della Regione Schifani e quello dell’Ars Gaetano Galvagno.
Con loro il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, il commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento, Giovanni Bologna e tutte le autorità locali.
Proprio lo splendido teatro che ha ospitato la cerimonia di inaugurazione era stato uno degli ultimi spunti di polemica, dopo che appena qualche giorno fa erano state scoperte alcune infiltrazioni di acqua dal tetto, poi riparate in tutta fretta.
Ma oggetto di critiche, anche feroci, sono stati anche l’ormai celebre scivolone del cartello stradale con due strafalcioni che lo hanno reso virale sui social, poi sostituito dall’Anas con uno corretto (leggi l’articolo).
E ancora, il ritardo nella pubblicazione del calendario degli eventi, e la strada che porta al luogo dell’evento, percorsa dal Presidente della Repubblica, asfaltata solo il giorno prima.
Ma le critiche non hanno risparmiato neanche lo spot che promuove l’anno di eventi, caratterizzato dall’inclusività, definito qualche giorno fa, nel corso di una nota trasmissione televisiva, dal direttore di un quotidiano nazionale, “una porcheria”.
Dopo le voci che parlavano addirittura di un commissariamento dell’organizzazione da parte della regione, proprio ieri si era svolta una riunione operativa tra governo regionale, amministrazione comunale e Protezione civile, per risolvere i problemi organizzativi.
“Agrigento capitale della Cultura è una scommessa che la Sicilia non può perdere e che non perderà”, aveva dichiarato il presidente Schifani.
Ma oggi è stato il giorno in cui le polemiche dovevano essere messe da parte, e così è stato.
Nel suo discorso (leggi il testo integrale), il Presidente Mattarella ha sottolineato il ruolo delle città e dei luoghi ricchi di cultura, che rappresentano “un tesoro da investire per il domani dei nostri figli. Tante realtà, nelle Regioni d’Italia, detengono inestimabili risorse, numerose rischiano di deperire senza cura adeguata”.
“Natura, storia, cultura sono elementi del nostro patrimonio genetico.
Le metropoli italiane, mete di turismo crescente, non sono i soli centri di gravità.
La ricchezza del nostro Paese sta nella sua pluralità. Nella sua bellezza molteplice. A fornire pregio particolare all’Italia sono proprio le sue preziose diversità, le cento capitali che hanno agito, nell’arco di secoli, come luoghi capaci di esprimere comunità.
Uno degli intenti per Agrigento, in questo 2025, è quello di non essere soltanto lo spettacolare palcoscenico della Capitale della Cultura, ma di costituire sollecitazione e spinta per tante altre realtà italiane.
È una sfida per accrescere le opportunità dove oggi si sono ridotte.
Una voce che afferma che le periferie sono anch’esse motori di cultura e di progettualità. Questa la sfida che il nostro tempo ci presenta”.
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